Il 14 giugno 2018, nel corso della serata organizzata dal Rotary Club di Carpi, è stato assegnato il 25° premio Nicolò Biondo a Romano Pelloni, pittore, scultore, medaglista e scrittore.
Il riconoscimento, istituito nel 1983, consiste in una targa d’argento che viene assegnata ogni anno ad un artigiano, imprenditore, o a un professionista che si sia particolarmente distinto per la serietà, l’impegno, le qualità morali e la durata della sua attività. «Con grande orgoglio – ha spiegato Giampaolo Papi, presidente del Rotary Club Carpi – abbiamo deciso di assegnare il 25° premio Nicolò Biondo al professor Romano Pelloni, pittore, scultore, medaglista e scrittore, quale riconoscimento della sua prolifica, poliedrica e meritoria attività di artista.»
Emozionato il discorso di ringraziamento di Romano Pelloni: «Ringrazio lei, presidente e, tramite lei, tutti i soci del Rotary Club di Carpi, per l’onore che mi avete voluto fare, assegnandomi il premio Nicolò Biondo 2018. Questo riconoscimento conclude solennemente la mia attività, che voi stessi avete definito “poliedrica” come pittore, scultore, medaglista e scrittore. Infatti fra pochi giorni compirò 87 anni ed è ora che chiuda le mie, forse troppe, attività. L’occasione di questo incontro mi ha fatto ripensare un po allo svolgersi della mia vita artistica, da quando, ragazzo e un po’ in cosciente, spinto dagli studi e dalle esperienze fatti alle Belle Arti di Modena, ho affrontato grandi pitture e sculture. Poi, da insegnante, la scuola, il contatto coi ragazzi e il loro modo di raffigurarsi il mondo interspaziale, mi hanno portato a elaborare la mia teoria dello spazio curvo. Poi le importanti commissioni di sculture, pitture, vetrate e medaglie, che mi hanno impegnato per molti anni…
Concludo: per ringraziarvi della vostra cortesia lascio per voi una mia piccola raccolta di poesiole, che ho intitolato ‘Dal pennello alla penna’. Ecco, proprio cosi: lascio gli strumenti dell’arte visiva, ma mi rimane un vizio: scrivere quando il vento mi porta pensieri nuovi… Lo so che è un vizio, ma mi consola il fatto che altri prima di me e più di importanti di me lo abbiano avuto …. Grazie.»
Le opere di misericordia sono qui raffigurate con un linguaggio visuale essenziale e nuovo. Sono i volti e le mani i protagonisti dei sentimenti degli uomini, delle donne, dei giovani e degli anziani. Diceva Alexandre Dumasfiglio: “Amo le mani perché dicono più del volto”.
Oltre ai testi conciliari e a quelli di Papa Francesco mi ha ispirato il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) al capitolo AMERAI ILPROSSIMO TUO COME TE STESSO :
“Le opere di misericordia sono le azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali”.
La scelta compositiva, entro lo spazio curvo, mio stile attuale, e i colori forti vogliono esaltare i sentimenti del tema. R. Pelloni 2016